Sebbene rappresentino una minoranza, nomadi e Jenisch non hanno usanze diametralmente opposte a quelle della popolazione maggioritaria, essendo stati sempre in contatto con i «contadini». Feste particolari si sono sviluppate in funzione dello stile di vita e delle loro attività di artigiani e ambulanti.
Se si passa all'inizio della serata vicino a un'area di nomadi, si vedrà invariabilmente un grill con del pollame o carne che cuoce, che sia davanti a una roulotte o nel bel mezzo dell'area, e donne e uomini, in piedi o seduti, intorno al fuoco. Il fuoco serale non è un'immagine romantica, fa parte della quotidianità. Un uomo di mezza età racconta della propria giovinezza: «Ne abbiamo passate di serate intorno al fuoco. Si parlava semplicemente della vita quotidiana. A volte un sedentario passava e raccontava qualcosa, è così che si imparava di più.» Oggi le norme d'uso dell'area vietano i fuochi aperti, ma il grill resta. Se poi qualcuno tira fuori un organetto svittese (Schwyzerörgeli), allora la festa è perfetta.
Si vedono regolarmente gli Jenisch giocare a questo gioco simile alle bocce, nelle cave di ghiaia o accanto a un'area di sosta. I giocatori lanciano pietre senza forma che hanno raccolto in direzione di una bottiglia di birra o di un bastoncino. Vince chi con il «bootsch», con la pietra lanciata, arriva il più vicino possibile al «plamp», il bersaglio. Questo sport attraversa attualmente un revival. Nell'autunno 2005 a Singen, nella Germania meridionale, ha avuto luogo il primo torneo internazionale di Bootsch con trofeo finale; un campionato svizzero è stato organizzato nel corso della Feckerchilbi di Brienz nel 2010.
Nel 1982 gli Jenisch hanno riportato in vita una tradizione che esisteva già 200 anni prima, nell'allora Repubblica libera di Gersau, che ha messo le ali alla fantasia della nuova generazione jenisch. Circa 300 Jenisch si sono radunati con le loro roulotte, hanno messo su un mercatino, con musica nelle osterie e hanno festeggiato tutta la notte. È stato persino celebrato un matrimonio tra nomadi. Il successo ha incoraggiato gli organizzatori a ripetere la Feckerchilbi per alcuni anni. Tenevano al nome, sebbene «Fecker» sia un termine svizzero dispregiativo per nomade. Nel 2008 una Feckerchilbi ha avuto luogo a Brienz.
Nomadi e Jenisch della Svizzera provengono spesso da regioni cattoliche e apprezzano le tradizioni religiose popolari. Ogni hanno un pellegrinaggio ha luogo a Einsiedeln. Le famiglie aventi diritto di cittadinanza a Einsiedeln hanno dato vita a queste processioni alla fine degli anni '90. Vi si trova una Madonna Nera, che è oggetto di particolare adorazione tra gli Jenisch credenti. Alcuni vedono in essa «Sara la Nera», una statua di santa adorata a Saintes-Maries-de-la-Mer in Camargue durante una festa rom internazionale alla quale si recano regolarmente anche famiglie dalla Svizzera.
Nella percezione di alcuni Jenisch la morte non è la fine della vita. Un defunto è «mulo» – una parola di origine romanes che significa più o meno «spirito». Nonostante questa aura che circonda la morte, i funerali sono spesso molto modesti. Non si suona musica, non vi sono interventi della famiglia, solo un prete locale prende la parola. La particolarità dei funerali di Jenisch e nomadi risiede nel gran numero di partecipanti. Tutta la comunità si raccoglie, tutti quelli che hanno accompagnato il defunto o la defunta, anche nei villaggi più isolati. È un grande evento. Tutta la gente si reca poi dopo la sepoltura in un'osteria vicina.